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uva al cane

Posso dare l’uva al cane?


I nostri cani possono mangiare l’uva? In che quantità posso mangiarla?
Il consiglio è di evitare di dare l’uva al proprio cane.

Vediamo insieme il perché.

I cani possono ingerire numerosi chicchi di uva inavvertitamente, rubandoli dai grappoli o durante l’attività per fare il vino; anche l’uva passa, quando resa disponibile, risulta appetibile creando gravissime intossicazioni.

A seguito dell’ingestione dell’uva o uva passa i soggetti più sensibili manifestano inizialmente turbe gastrointestinali iniziali che possono esitare in insufficienza renale acuta. 

Il peso dell’animale è direttamente proporzionale a quanto può essere pericoloso: cane di pochi chili di peso puó intossicarsi anche con pochi chicchi d’uva. 

L’attuale meccanismo d’azione dell’intossicazione da uva nei cani è ancora sconosciuto. Le teorie fino ad oggi formulate includono disturbi metabolici, l’azione di un composto nefrotossico presente nell’uva nonché reazioni individuali. In alcuni cani non si mostrano effetti, ma il consiglio è quello di non rischiare. Nei grappoli “incriminati” non è mai stata evidenziata, la presenza di pesticidi, metalli pesanti e micotossine, ed è stato notato che né la varietà dell’uva né la sua provenienza sono importanti nel determinare o meno dell’intossicazione.

Sintomi Intossicazione

Tenuto conto che un cane può ingerire da pochi chicchi fino ad un grappolo di uva, in genere, dopo un paio di ore, quasi tutti i soggetti manifestano nausea, vomito. Spesso si trovano tracce di uva indigerita nel vomito, nel materiale fecale o in entrambi; entro 5-6 ore dall’assunzione possono comparire anoressia, diarrea, letargia e polidipsia (molta sete).

I segni dei danni renali si manifestano invece dopo 1 o più giorni e comprendono: anoressia, letargia, depressione, vomito, diarrea, disidratazione, peritonismo e tremori. Dalle 24 ore a qualche giorno dopo si può assistere all’incremento dei valori sierici di azoto ureico, creatinina, fosforo e calcio, indice di un danno renale progressivo che può portare a degenerazione e successiva necrosi tubulare. I segni clinici possono o andare incontro a remissione nell’arco di alcune settimane, o purtroppo avere un esito fatale. 

Diagnosi

La diagnosi di questo tipo di intossicazione si basa soprattutto sull’anamnesi, sull’evidenziazione di residui di uva nel vomito, nonché sui segni all’esame clinico e sugli esami di laboratorio. 

Terapie

Sebbene non sia conosciuta la causa esatta del danno renale, i cani che hanno ingerito uva o uva passa possono essere trattati con successo, ma la terapia deve essere attuata tempestivamente, prima dell’instaurarsi di lesioni renali irreversibili.

Nelle ingestioni recenti l’induzione del vomito e la somministrazione di carbone attivo e di un purgante salino aiutano a prevenire l’assorbimento dei potenziali agenti tossici. L’emesi dovrebbe essere provocata entro le prime 2 ore; se fatta troppo tardi rischia infatti di non essere efficace. Se l’induzione del vomito non è sufficiente, può rendersi necessaria anche una lavanda gastrica.

L’animale in caso di sintomi deve essere rapidamente sottoposto a fluidoterapia per via endovenosa, che dovrebbe essere effettuata per almeno 48 ore: se dopo tre giorni i parametri relativi alla funzionalità renale sono rientrati nel range di normalità, è improbabile che si verifichi la progressione del danno; in caso contrario, a fronte della prosecuzione della fluidoterapia e dell’impiego di farmaci in grado di stimolare la produzione di urina, la comparsa di anuria (non riesce a fare la pipì)  porta ad emettere prognosi di morte del cane.

Fonte: poliambulatorio veterinario Argentina.eu

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